Una volta c’era la Polleria che vendeva pollame e uova, la Drogheria che vendeva le spezie, il Tabaccaio che vendeva tabacchi e sali (allora entrambi monopolio di stato), la Farmacia che vendeva medicine per curarsi e le uniche caramelle erano quelle per la gola, la Pizzeria al taglio che vendeva solo pizza a peso in vassoi di cartone da portare a casa, il Giornalaio che vendeva quotidiani e riviste… poi c’erano la Rivendita di Caffè e la Caffetteria (spesso attigue, altre volte tutt’uno).Ora tutto questo non c’è più!
Quando i nostri genitori erano giovani (intendo fino agli anni 60-70) i locali commerciali in Italia erano dei settori merceologici nettamente definiti.
Raramente trovavi, in uno di questi esercizi, qualcosa in vendita che fosse al di fuori del proprio settore merceologico:
Ricordo che dal Panettiere era possibile forse trovare della pasticceria, raramente ci trovavi l’acqua in bottiglia.
Chi si ricorda il Pastaio? Il negozio che vendeva solo pasta fresca e uova..con certe sfoglie di pasta fresca belle e pronte (mia mamma le comprava il sabato mattina per poi farci il pasticcio di lasagne per la festa).
Dal Giornalaio, da piccolo, ci compravo i fumetti, i periodici e qualche figurina, negli anni adolescenziali anche i biglietti del bus.
Che dire poi del Macellaio? Anche li trovavi carne e uova, con questo odore acre di sangue ogni volta che entravi.
Sotto casa mia da piccolo c’era una Latteria, vendeva latte e caramelle (non so che cosa avessero in comune le due cose, ma è sicuro che ero il primo a correre a prendere il latte per avere il resto in bonbon!)
Se volevi fare una spesa un po diversa e differenziata c’era sempre l’ Alimentari, lì si che trovavi di tutto, dal detersivo alla pasta in scatola, alle caramelle (anche qui!), agli stracci, i salumi e i formaggi, e molte altre cose.
Poi c’era la Caffetteria e/o la Rivendita di Caffè, di sicuro, almeno una nei piccoli centri abitati, ma anche 2 o 3 nelle medie città.
Erano quelle Botteghe in cui arrivavi “a Fiuto” soprattutto al mattino.. Già in lontananza sentivi l’aroma del Caffè tostato, lo sbattere delicato dei piattini o delle tazze una volta impilate una sull’altra, magari sentivi il rumore del macinacaffè in funzione… In vetrina sacchi di Caffè verde e barattoli di Caffè tostato per casa… (Il sottovuoto viene utilizzato dalla fine degli anni ’70).
I Bar, così apprezzati in Italia, sono comunque un esempio dei tempi che cambiano e negli anni 60-70 cominciano a moltiplicarsi.
Vendono panini, bibite, spesso si gioca a a carte in una saletta attigua, si sorseggiano bicchieri di vino e si discute di tutto, ci compri caramelle, chewing gum, alcolici, ecc..
Poi però negli anni ’90-’00 qualcosa cambia, in peggio, vengono liberalizzate le licenze, quindi chiunque può di fatto vendere praticamente di tutto.
Quindi accade che: I Giornalai vendono bibite, caramelle, biglietti da grattare per chi vuol sfidare la sorte (perdendo sempre!) e panini confezionati; il Macellaio fa il Kebab; il Kebab vende pizza al taglio; la Farmacia vende creme di bellezza, ti controlla il peso, vende il gel per capelli, shampoo, ecc..; il Pastaio vende pane e pizza; il Panettiere, vende pizza, pane, uova e salumi; il Salumiere vende formaggi e verdure; il Droghiere vende caffè, tè, caramelle, cioccolata e olio, ma vende anche bibite e pane; il Fruttivendolo vende frutta, verdura, olio, pasta fresca, pizza, olive e sott’oli.
Insomma, uno esce per comprare 1 kg di arance e torna a casa con 3 borse della spesa piene!
Ad oggi la situazione non è cambiata, tutti vendono di tutto, solo che a comprare non c’è più nessuno, esci per comprare 1kg di arance e torni con ½ (di più non potevi permetterti!).
Ciò che voglio dire è che, personalmente, amo moltissimo quei locali pubblici (tornando al Caffè e dintorni…) che sono monotematici, si occupano di un solo settore merceologico e lo fanno con passione e dedizione, non riesco davvero a pensare che si possano affrontare così tanti temi diversi e si possa fare bene in tutti, io ho sempre preferito concentrarmi su un macro-settore (la Caffetteria), magari non è l’unica materia che conosco ma, certamente, è quella che conosco meglio.
Mi piacerebbe tornare indietro ai tempi in cui, chi vendeva Caffè, sapeva quello che faceva e chi serviva un Espresso poteva dedicargli il tempo adeguato, (senza dover “far cassa”, vendere sigarette, fare 2 toast e servire 3 spritz..)
Avremmo la possibilità tutti di approfondire ciò che vendiamo e i clienti saprebbero che ciò che proponiamo è fatto con dedizione e passione, ma anche con l’adeguata conoscenza che il prodotto richiede.
(Ci sono poi “isole felici”, sono strutture dove ognuno dei componenti dell’attività, in campi differenti, si occupa con dedizione a quello che è il suo settore, allora trovi panini e cucina eccezionale, un Barista competente, e un gelato squisito, ma sono rari anche se io qualcuno lo conosco).
Insomma farei volentieri un passo indietro… per poi fare due balzi avanti.
by Davide Cobelli