Con questo articolo apro una serie di interventi sulle varie estrazioni che troviamo abitualmente nel resto del mondo. Se è vero che l’Italia è la patria d’origine indiscussa dell’Espresso, è anche vero che esistono decine di metodi diversi per estrarre il caffé, attraverso questo viaggio ne scopriremo molti, vediamo il primo: il Syphon.
Le prime notizie certe dell’uso del Vacuum pot risalgono al 1830 circa e l’invenzione viene attribuita Mr.Loeff di Berlino.
Nel 1840 James R.Napier, da notizia della costruzione del primo esemplare di Vacuum Coffee Pot ma non brevetterà mai il prototipo che rimane alla mercè di altri, il materiale di vetro usato non assicurava però resistenza al calore, e sicurezza.
Arrivati al secolo scorso, nel 1925 viene inventato il vetro Borosilicato (il tedesco Otto Schott) e applicato al Coffee Syphon, da allora si potranno mettere le Vacuum pot anche sulle piastre e fuoco.
Fino ai giorni nostri in cui il meodo Syphon è sempre più utilizzato, anche grazie al fatto che è molto coreografico.
Vediamo com’è fatto e come funziona:
E’ formato da due parti principali, un ampolla sottostante aperta solo sopra, ed una soprastante con un tubo, aperto all’estremità, che si immerge in quella sotto.
Guarnizione, filtro (di diversi materiali che donano una diversa estrazione), e sostegno.Per ultimo il fornelletto per scaldare l’acqua.
Il funzionamento è semplice quanto geniale, accendendo il fuoco sotto l’acqua presente all’interno dell’ampolla si crea calore e pressione, non appena la parte sopra viene agganciata, l’acqua comincia a salirvi dentro passando per il filtro (finchè il fuoco è acceso sotto, essa resta “schiacciata” dell’ampolla superiore), viene inserito il caffè macinato che si infonde e dopo un determinato tempo si spegne il fuoco.
Per l’effetta della depressione l’acqua riscenderà (non è il vuoto, ma la spinta della pressione esterna superiore alla pressione interna che andrà a riempire gli spazi quindi ricadendo al suo interno, l’acqua non viene risucchiata ma spinta) nell’ampolla dove era all’inizio, portando con se tutte le sostanze di estrazione del caffè.
Potremmo quasi dire che è una Moka rovesciata (dove la pressione esercitata nel serbatoio spinge l’acqua a passare nel filtro contenente il caffè macinato e grazie al Camino finisce nel recipiente di raccolta soprastante senza ritornare indietro), quindi forse Bialetti prese ispirazione proprio da questo nel 1933.
Com’è il nostro caffè?
Il risultato è un caffè con un profilo netto e pulito come si dice in gergo, con una buona morbidezza.
Il prezzo dipende dalle dimensioni e varia dai 60 ai 300€ nell’ultimo modello di Hario “the Sommelier”.
Esiste anche un altra versione molto carina visivamente che è il Balance VacuumPot (nella foto a fianco) ma ha un costo che si aggira intorno ai 200€.
By Davide Cobelli
molto interessante l’articolo ho imparato delle cose che non sapevo .grazie mille davide
Grazie Filippo
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